Il lavoro di Chiro nasce, si sviluppa, si modifica e si consuma al cospetto continuo di una medialità dalla quale tutti, oggi giorno, non abbiamo scampo. E’ difficile infatti, se non impossibile, sottrarsi ai messaggi costanti di ogni nuova, sia essa informativa che di mercato: si è comunque raggiunti e sovrastati soprattutto dall’immagine ormai in ogni luogo. Chiro non è disturbato molto da ciò, appartiene ad una generazione cresciuta al pari delle nuove tecnologie che sono in perenne mutamento così come le icone elettroniche che trasmettono. Chiro registra, memorizza, annota e ci ripropone un’ulteriore medialità, realizzata con mezzi tutt’altro che tecnologici, che si colloca tra arte e nuovo artigianato. Scritte, riporti fotografici, particolari d’interni domestici o esterni tropicali vengono usati come Ready-made e/o citazioni altre in componimenti il cui esito è sempre in Work in progress. Anche nelle ultime opere, in cui la tridimensionalità è protagonista, questi elementi connotano sensibilmente un linguaggio curioso, intelligente più che mai presente nel suo tempo.
Stefano Pizzi
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